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Approfondimenti

Firenze e la sua storia

Pillole di storia di Firenze

Girolamo Savonarola 
Nato a Firenze nel 1452, anche se preso dall'attività politica, il Savonarola disgustato dalla corruzione e dalla decadenza del costume espresse apertamente l'esigenza di rigenerazione del clero varcando però i limiti di ciò che era "lecito" ad un religioso e si scontrò così con Papa Alessandro VI, a cui rimproverava i corrotti costumi.

Egli, inizialmente, gli proibì di continuare nella sua attività predicativa (tutto ciò accadde nel 1495): ma la sfida lanciata dal domenicano non fu così facilmente vinta perché il Savonarola osò disubbidire all'ordine papale, la quale colpa gli costò, due anni dopo circa, la scomunica e l'appellativo di "eretico".

La situazione non peggiorò solo dal punto di vista "religioso" ma anche politico, in quanto, anche se appoggiato dai "Piagnoni", i suoi nemici, tra cui ricordiamo i Bigi (fautori dei Medici), gli Arrabbiati (la parte più intransigente dell'antica oligarchia) e i Compagnacci (gli insofferenti del suo rigorismo morale) seppero seminare il malcontento tra i Fiorentini che erano stati minacciati dal Papa di interdetto.

Poiché non si era sottoposto alla sfida della prova del fuoco, accettata in suo nome da un suo seguace, Fra' Domenico Buonvicini da Pescia, il popolo si ribellò e nel 1498 diede l'assalto a San Marco durante il quale il Savonarola venne catturato ed in seguito torturato e sottoposto a ben tre processi, a cui erano presenti alcuni inviati papali, insieme con Fra' Domenico e un altro confratello, Silvestro Maruffi. 
Al termine di tutto ciò il Domenicano fu condannato per eresia ed impostura ad essere impiccato ad una croce e bruciato: tale sentenza fu eseguita nel maggio dell'anno stesso nella Piazza della Signoria e le sue ceneri vennero sparse in Arno.

Guelfi e Ghibellini 
Quando, grazie alle rivalità tra l'Impero e la Chiesa, i cittadini fiorentini riuscirono a rendersi indipendenti dall'egemonia degli uni e degli altri, nacque il libero Comune di Firenze.

A capo del governo del Comune furono eletti dodici Consoli fra i nobili e i più ricchi mercanti, un consiglio di liberi cittadini, costituito in gran parte da artigiani, e un Parlamento, cui potevano prendere parte tutti i fiorentini. In seguito, però a causa di queste cariche politiche, cominciarono a nascere gravi discordie entro le mura cittadine. Incominciarono a primeggiare per potenza e ricchezza alcune famiglie nobili, tra le quali gli Uberti, gli Amidei e i Buondelmonti. Il fragile accordo fra queste famiglie cessò il giorno di Pasqua del 1215, quando uno dei Buondelmonti venne ucciso da uno degli Amidei. Ne derivarono gravi tumulti, che insanguinarono le strade cittadine.

Da quel giorno, con il popolo che parteggiava per gli uni o per gli altri, la città venne divisa in due fazioni, il partito dei Ghibellini, favorevoli all'impero, e il partito dei Guelfi, favorevoli al Papa. Le lotte e gli odi fra i due partiti si protrassero a lungo con alterne fasi.

Le Arti 
Le associazioni di mercanti e artigiani sempre più potenti e ricche erano dette "Arti", e comprendevano ogni categoria di lavoratori ed erano suddivise in 12 Arti Maggiori e 9 Arti Minori. Le più importanti erano quelle della Lana che esportavano magnifiche stoffe di lana in tutta Europa.

Le Arti diventate ormai assai potenti riuscirono a creare un governo popolare retto da un Gonfaloniere di Giustizia e da sei Priori, dando nel 1293 al nuovo governo un deciso carattere democratico. E fu in questo periodo di prosperità che Firenze incominciò ad abbellirsi di monumenti religiosi e civili tra i quali il Duomo, Palazzo della Signoria, la chiesa di Santa Maria Novella e di Santa Croce.

I Medici 
Durante il secolo XV, secolo di grandi conquiste territoriali da parte della città di Firenze, si andava sempre più affermando la potenza della ricchissima famiglia dei Medici, che parteggiava per il popolo minuto.

I Medici oltre che mercanti erano proprietari di un attivissimo "banco di cambio", cioè una vera e propria banca, la prima sorta in Europa.

Cosimo de' Medici governò per ben 30 anni dal 1430 in poi, pur rinunciando ad ogni carica politica ufficiale. Gli succedette il figlio Lorenzo detto il Magnifico. Il periodo in cui Firenze ebbe Lorenzo come Signore fu senza dubbio uno dei più felici e gloriosi per l'arte e la civiltà italiane, tanto che la città venne soprannominata "la seconda Atene".

Carlo V 
Dopo il famoso "sacco di Roma" da parte dei soldati dell'Imperatore Carlo V, il potente esercito marciò verso Firenze. E questo fu senza dubbio il periodo più eroico della vita della città. I cittadini impugnarono le armi, il grande Michelangelo rafforzò le mura. Inizia così l'assedio di dieci mesi da parte di un esercito formato da migliaia di Spagnoli, Tedeschi e italiani assoldati da Carlo V. Alla fine di questi dieci durissimi mesi, in cui la peste e la fame aveva portato la città agli estremi della resistenza, dopo una durissima lotta presso il borgo di Gavinana, Firenze fu costretta a cedere agli invasori.

Il Regno dei Lorena 
La dinastia medicea regna sul Granducato di Toscana fino al 1737, provvedendo con varie riforme, al progresso economico e artistico, quando le subentra l'austriaca casa di Lorena, che ebbe il suo miglior sovrano nella persona di Leopoldo II. Sotto questo generoso principe, che regnò dal 1824 al 1859, la città di Firenze trascorse una vita prospera e tranquilla, tornando ad essere il più importante centro italiano della cultura e dell'arte. In questo periodo infatti ecco giungere a Firenze alla corte dei Lorena grandi scrittori come l'Alfieri, il Foscolo, il Leopardi e il Manzoni.

Firenze Capitale d'Italia 
Il 27 Aprile 1859, per unanime volontà del popolo, desideroso di riunirsi all'Italia, Leopoldo II di Lorena rinuncia al suo regno.

L'annessione al nuovo Regno d'Italia avvenne nel Marzo della anno seguente, quando Bettino Ricasoli presenta al re Vittorio Emanuele II l'atto di annessione della Toscana al Piemonte. Nel 1865 e fino al 1871, Firenze viene proclamata Capitale d'Italia, con la chiara volontà di trasferire al più presto la capitale nella città di Roma.

In questi anni, l'architetto Giuseppe Poggi elaborò un particolareggiato piano urbanistico per la città, per adeguarla al ruolo di capitale, sull'esempio del piano di Hausmann di Parigi. Venne infatti abbattuta la vecchia cinta muraria realizzando al loro posto un sistema di Boulevards, e vennero rammodernati diversi antichi palazzi fiorentini.